Commedia di Dante insieme con vno dialogo circa el sito forma et misure dello Inferno.

TitoloCommedia di Dante insieme con vno dialogo circa el sito forma et misure dello Inferno.

Pubblicazione: (Impresso in Firenze : per opera & spesa di Philippo di Giunta fiorentino, 1506 a di XX d'agosto).

Descrizione fisica: [312] c. : ill. ; 8°
Lingua: Italiano

Luoghi: Firenze
Paese: Italia

Autori: 1.Alighieri, Dante <1265-1321>
Editori: 1.Giunta, Filippo <1.> 
Fonti: ADCAM, BICAL, CELAU, DDGIF, GRCHE, LAIT, MLSMS, REPAN, VASEM

Identificativo: CNCE 1146


Anche questa molto rara, a detta del Gamba, che la definisce “bellissima e riputatissima”. I Giunti (di Firenze, questa volta) battono sul tempo l’eterno (e forse mai raggiunto) “rivale” Aldo e, pur emulandolo nel formato dell’8°, lo precedono per l’edizione illustrata: la tipografia aldina impiegherà ancora nove anni prima di darcene copia figurata, senza però raggiungere il livello del famoso legno introduttivo, qui riprodotto.

All’inizio, Cantico in terza rima in laude di Dante, opera di Girolamo Benivieni al quale è ascrivibile anche la stesura del Dialogo sulla misura, forma e sito dell’Inferno, solitamente riferito ad Antonio Manetti, piccola opera ricca di xilografie, a suo tempo venduta dai Giunti anche separatamente.

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MARCA TIPOGRAFICA

Filippo Giunta

Editore, tipografo e libraio, n. a Firenze nel 1450 o nel 1456, figlio di Giunta, fratello di Lucantonio il vecchio e padre di Bernardo il vecchio. Sposò Lucrezia di Benedetto. Nel 1489 affittò una bottega di proprietà della badia di S. Maria, di fronte alle scale dello stesso convento; in seguito aprì altre librerie. Nel 1497 iniziò l'attività di tipografo, servendosi di materiali già appartenuti a Lorenzo Morgiani e a Benedetto Riccardini e anche di caratteri originali. Fu il primo a stampare a Firenze libri in corsivo e di piccolo formato. Fu in società col fratello Lucantonio, trasferitosi a Venezia, fino al 1510. M. il 16.9.1517, anche se il suo nome compare in alcune edizioni posteriori a questa data, in quanto gli eredi, i figli Bernardo il vecchio e Benedetto, mantennero la firma del padre per le edizioni che questi aveva iniziato prima della morte.


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