Della difesa della comedia di Dante. Distinta in sette libri. Nella quale si risponde alle oppositioni fatte al discorso di m. Iacopo Mazzoni, e si tratta pienamente dell'arte poetica, e di molt'altre cose pertenenti alla philosophia, & alle belle lettere. Parte prima, che contiene li primi tre libri, con due tauole copiosissime.

Titolo: Della difesa della comedia di Dante. Distinta in sette libri. Nella quale si risponde alle oppositioni fatte al discorso di m. Iacopo Mazzoni, e si tratta pienamente dell'arte poetica, e di molt'altre cose pertenenti alla philosophia, & alle belle lettere. Parte prima, che contiene li primi tre libri, con due tauole copiosissime.

Pubblicazione: In Cesena : appresso Bartolomeo Rauerij, 1587.

Descrizione fisica: [132], 739, [1] p., [2] c. di tav. : ill. ; 4°
Lingua: Italiano

Luoghi: Cesena
Paese: Italia

Marca: 1.Cigno ad ali spiegate sulla riva di un fiume tiene nel becco un nastro con il motto. In cornice figurata 

Motto: Eternitati. (V37 - Z351) - Sul front.

Autori: 1.Mazzoni, Jacopo <1548-1598>
2.Dal_Corno, Tuzio <1543-1615>
Editori: 1.Raverio, Bartolomeo 
Fonti: ADCAM, AVCOM, BMSTC, CHBEC, DIBRE, FIBOB, FICES, GRS, LAIT, LETER, LEUB, MAFED, MASEV, NAPON, NUC, PICSA, REPAN, SSORI, STRMB, ULB, VEGIO

Identificativo: CNCE 36295

MARCA TIPOGRAFICA

Bartolomeo Raverio

Tipografo attivo a Venezia e a Cesena, figlio di Costantino. Lavorò a Venezia prima di ereditare l'azienda paterna a Cesena. Nel 1591 abbandonò l'attività tipografica lasciando la direzione della stamperia a Francesco, suo figlio (secondo Ascarelli-Menato) o suo fratello (secondo Fioravanti).


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JACOPO MAZZONI

Jacopo Mazzoni (1548 - 1598). Di Cesena, figliolo del senatore e cava- liere Battista, si dedicò agli studi presso le Università di Bologna e Padova, dove cominciarono i suoi contatti con gli ambienti intellettuali, con amicizie anche col Tasso, il Panigarola e Leonardo Salviati; all’uscita dell’attacco a Dante dell’anoni- mo Castravilla, prese apertamente le parti del fiorentino con “ Della difesa della Comedia di Dante” - in mostra- , il che gli valse le simpatie della città del Giglio, nelle cui Accademie, Crusca compresa, fu ascritto ed invitato a tener lezioni, per poi insegnare nello Studio pisano, da dove mosse per andare a Roma alla Sapien- za. Incaricato dal Papa di riformare lo Studio di Ferrara, morì a Cesena nel 1598.